TERAMO – C’è qualcuno che pagherà per il pasticcio dei lavori del Corso? La protesta dei commercianti di ieri e quel picchetto che domina la parte centrale della passeggiata cittadina (fino ad oggi sono state raccolte oltre 700 firme) sarebbe, è il caso di dirlo, crocevia politico per qualsiasi amministrazione. E invece anche stavolta come in altre questioni parimenti importanti, sembrerebbe passare il principio del fare ‘spallucce’. Non è disposto a metterci una pietra sopra, però, il capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale, Gianguido D’Alberto: «Il tentativo di distrarre l’attenzione dal pasticcio della gestione dei lavori del corso – dice l’esponente Dem – con un trasferimento di responsabilità alla Soprintendenza, che pure c’è, è inaccettabile ed è naufragato inesorabilmente durante la manifestazione di ieri. L’assessore Fracassa, al quale va comunque riconosciuto il coraggio della presenza, non può deviare dalle enormi e principali responsabilità dell’amministrazione comunale in questa vicenda».
Il forte richiamo alla responsabilità comune lanciato nel corso della protesta, non può essere cioè liquidato con un rimpallo di colpe tra tutori dei beni archeologici e fornitore cinese dell’impresa: «Il Comune gestisce questo progetto dall’inizio – aggiunge D’Alberto -, dalla validazione deila proposta definitiva e di quella esecutiva: quale attività di prevenzione e di previsione efficace è stata fatta allora? Sono state condotte con perizia tutte le attività di sondaggio previste nella realizzazione di un’opera pubblica? Quale controllo è stato operato? Non vorremmo che alla fine l’unico sondaggio serio è stato quello effettuato in largo San Matteo».
La questione è nelle responsabilità. Ritardi o no, qualcuno ne è responsabile e qualcuno deve rispondere del pasticcio, sia esso il Comune (sindaco o amministratori o controllori comunali), il direttore dei lavori, l’impresa o la Soprintendenza. Prendete le piastrelle cinesi ‘farlocche’: «Visto che si sapeva da tempo che era una fornitura non conforme – dice il capogruppo Pd -, perchè la scelta è rimasta bloccata per settimane, comportando un ritardo nel ritardo? Adesso non si può tollerare che nessuno paghi e che le responsabilità si compensino. Così facendo pagherebbero soltanto i commercianti e i cittadini». C’è poi la questione indennizzi: «Il Comune dica se intende indennizzare i commercianti e con quali forme nel bilancio: altri comuni prevedono la copertura assicurativa di danni derivanti dall’esecuzione di opere pubbliche. Vogliamo mettere da parte il riconoscimento deelle responsabilità della spregiudicata gestione, almeno rifondiamo i danni a chi li ha subiti».
Ma siamo sicuri che a tutto questo il Comune stiua dando la giusta importanza? Si è accorta che una grossa fetta della città sta patendo sofferenze economiche da questo pasticcio? Secondo D’Alberto no, «perchè questa amministrazione è in crisi permanente, manca un indirizzo politico su questioni che hanno una lunga gittata temporale: come fa a pensare alle conseguenze di questo una amministrazione che pensa solo alla sopravvivenza quotidiana?».